venerdì 14 giugno 2019

Il rischio nella mitologia

Nel mondo dalle mitologia greca governato da dei con poteri straordinari grazie ai quali possono creare dal nulla cose favolose, è difficile trovare un esempio di ingegno umano, dove solo la creatività è la chiave per la risoluzione per problemi pratici. E di conseguenza è difficile trovare un esempio dove la decisione e la scelta umana, siano i soli due strumenti per evitare il rischio di avere un danno.


Il mito di Icaro

Icaro era figlio di Dedalo e di una delle schiave del re Minosse, Naucrate. Dedalo, che viveva a Creta, era un abile fabbro e per questo Minosse, che regnava sull’isola, lo aveva designato come suo “inventore ufficiale”.
Era stato lui, infatti, a progettare il labirinto nel quale Minosse aveva rinchiuso il terribile Minotauro. Ma il mostro venne ucciso da Teseo con l’aiuto della figlia di Minosse, Arianna, che si era innamorata dell’eroe. Il re di Creta accusò Dedalo di essere intervenuto ad aiutare Teseo nella sua impresa e lo imprigionò con il figlio Icaro. I due furono rinchiusi nella palazzo di Cnosso, e dopo qualche giorno escogitarono un piano per fuggire dalla torre.
L’idea di Dedalo fu geniale: dopo aver succhiato il miele dai favi dall’alveare fece sciogliere la cera facendo convogliare i raggi solari su una lente di ingrandimento: con la stessa cera disegnò le sagome di quattro ali. Quando la cera era ancora morbida e malleabile infilò le penne dei piccioni che Icaro aveva raccolto dal soffitto e infine completò le ali con delle imbracature di cuoio utilizzando la cintura e i sandali.
Dedalo però raccomandò al figlio di non spingersi troppo in alto e di mantenere la direzione verso ovest. Se ti avvicini troppo al Sole la cera potrebbe sciogliersi e quindi rischi di precipitare!, avvisò. Ma Icaro era troppo preso dall’emozione del volo e non aveva neppure ascoltato l’avvertimento del padre.
La cera che teneva unite le piume si sciolse ed egli cadde nel mare. Dedalo, guardandosi alle spalle, non vide più suo figlio, ma soltanto delle piume sparse che galleggiavano sulle onde sotto di lui. [10]

Jacob Peter Gowy, La caduta di Icaro (1636-1638)

Possiamo trovare delle similitudini tra Icaro e il protagonista di "Idrogeno", entrambi sono ancora giovani, dunque vale ancora il rischio, la sfida, il pericolo, il gioco. 
Entrambi ignorano i comandi che gli vengono imposti e si sentono ineluttabili verso il futuro, come se niente potesse fermarli.
Il sole che scioglie le ali di Icaro e l'ampolla che va in frantumi di Primo Levi, sono la metafora della realtà che inevitabilmente riporta i nostri protagonisti con i piedi per terra. 
Dato che il rischio è sì fatto di probabilità (alea) e di gravità (periculum) ma anche di decisione (discrimen) in questo particolare caso si può parlare di rischio, in quanto sussistono tutte e tre le componenti.

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